
Un incontro curato dal Presidio del Libro di Fasano nell’ambito della rassegna letteraria “L’invenzione del presente”
FASANO – Si intitola “Cuore di furia” l’ultima fatica letteraria della scrittrice Romana Petri, ospite dell’incontro di venerdì organizzato dal Presidio del Libro di Fasano nell’ambito della rassegna letteraria “L’invenzione del presente”.
Sulla pagina Facebook dei Presidi del Libro, si è tenuta in diretta streaming una vera e propria “occasione di cultura e socializzazione”, come l’ha definita la prof.ssa Mariella Muzzupappa che, insieme alla prof.ssa Pia Angelini, ha dialogato con l’autrice.
Già a Fasano nel 2016 per la presentazione di “Figli dello stesso padre”, nel 2019 per “Pranzi di famiglia” e a maggio 2020 per “Figlio del lupo”, la Petri è stata due volte candidata al Premio Strega e l’altro ieri ha dedicato il pomeriggio a “Cuore di Furia”, il romanzo edito da Marsilio Romanzi.
Un racconto di vite che si cercano, si incontrano, si respingono di cui uno scrittore diventa protagonista.
Jorge Tripe ruba un trattore e fugge da Barcellona alla volta di Siviglia. Qui comincia a lavorare in un magazzino di granaglie, avvicinandosi alla lettura e poi alla scrittura. La sua fama di narratore permette alla figlia abbandonata di ritrovare suo padre, il quale però non ha alcuna intenzione di ricoprire il ruolo di genitore. Unica donna della sua vita è Dolores, la compagna a cui affiderà i suoi scritti inediti in punto di morte.
Per Jorge Tripe, l’autrice ha preso ispirazione dalla figura dello scrittore Giorgio Manganelli, padrino del suo esordio letterario che l’ha aiutata a pubblicare il suo primo romanzo. Il nome della figlia invece è un anagramma di Romana Petri, Norama Tripe. Ebe Flamini, compagna di Manganelli, ha inoltre ispirato il personaggio di Dolores.
«Il protagonista è molto duro con la figlia – spiega la Petri – Quasi ciò che vediamo oggi nei rapporti genitori-figli, dove manca la comunicazione anche a causa dei social network. La presenza dei genitori viene a mancare e crea un vuoto che, a volte, viene colmato dai docenti amici. Norama sente l’abbandono e, quando si viene abbandonati, al rancore e allo pseudo odio si aggiunge una doppia quantità di amore, che si affianca alla voglia di essere amati. Non è la quantità di amore che riceviamo ma come lo riceviamo che ci fa vivere felici. Nel romanzo, il protagonista allontana la figlia perché la ritiene una minaccia per la sua arte, per la sua scrittura, così come allontana Dolores».
Amante della letteratura orale, Romana Petri ha raccontato che scrive pensando sempre che il testo possa diventare quasi un “poema cantato”, sottolineandone la sua attenzione alla musicalità.
Interessante inoltre la copertina del testo che rappresenta le furie aggrovigliate attorno al protagonista ma anche il suo volto insieme a quello delle due donne: «un filo in cui tutto comincia e finisce con lo stesso segno» dal punto di vista della scrittrice.
“Ognuno cavalca il suo trattore almeno una volta nella vita” è stata l’ultima citazione a cui le docenti hanno voluto far riferimento durante l’incontro rimarcandone il significato secondo cui prima o poi c’è un momento in cui bisogna fuggire, concetto che ritroviamo frequentemente anche negli scritti di Manganelli.
Un incontro interessante, un pomeriggio piacevole che ha catturato l’attenzione di chi ha seguito l’incontro in diretta, circostanza che ha permesso la scoperta di una trama avvincente tra biografia (nascosta) e professionalità di uno scrittore.