Ieri la serata inaugurale della XII edizione del Festival, sospesa da oggi a causa del nuovo Dpcm
FASANO – “Cosa sarebbe accaduto se Hitler avesse coronato il sogno di diventare pittore, senza trasformarsi nel dittatore che abbiamo conosciuto?“
A questa domanda ha provato a dare una risposta lo spettacolo “Senza Hitler”, scritto da Edoardo Erba e diretto da Alessandro Vanello, portato in scena dalla Compagnia degli Evasi di Castelnuovo Magra (La Spezia) nella serata di ieri (domenica 25 ottobre) al Nuovo Teatro Sociale. Ad aprire e chiudere la serata i ringraziamenti di Fausto Savoia, presidente del GAT “Peppino Mancini”, organizzatore del Festival, e di Mimmo Capozzi, direttore artistico, che hanno salutato il pubblico, ridotto a causa delle restrizioni anti Covid-19.
Lo spettacolo, che ha aperto la XII edizione del Festival Nazionale di Teatro “Di scena a Fasano”, ha visto in scena un’ucronia imperfetta, un “diverso percorso” che la storia avrebbe potuto compiere se Adolf Hitler fosse stato ammesso all’Accademia di Belle Arti di Vienna nel 1907. Al centro del palco troviamo un intenso Andrea Carli ad interpretare un sessantenne Adolf Hitler, un pittore “di periferia” nell’Europa del 1950 con capitale l’odiata città di Stoccolma.
L’Hitler “parallelo”, incalzato dalle domande della giovane e sagace Anne (Lucia Carrieri), giornalista del Frankfurten Zeitung, comincia a raccontare quella che è stata la sua vita. E lo fa con un livore e con una misantropia che sfocia verso l’odio per la società, il desiderio di distruzione e l’arte come creazione dell’homo novus. A fargli da spalla la bella Eva (Nicoletta Croxatto), inconscia adulatrice di un uomo meschino e malato, che trasporta nei quadri le sue idee malsane.
Non è l’Hitler “dittatore” che ha causato lo sterminio di milioni di persone, lo è tuttavia nei modi feroci e nel tormento presente nelle opere che dipinge, pregne di guerra e morte. I sipari con un sergente della polizia federale (Riccardo Avanzini) non fanno che acuire il suo delirio. La giornalista è brava ad accorgersene, e mostra infine al pubblico una figura che non è poi così diversa dal Führer che conoscevamo. Non manca un colpo di scena finale, che lascia il pubblico particolarmente colpito.
Il prossimo appuntamento si terrà, a causa del nuovo Dpcm, sabato 28 novembre con lo spettacolo “Mi chiamo Frankestin”.
Fotoservizio di Francesco Schiavone