E se non andrà tutto bene, adesso sappiamo che di sicuro andrà tutto meglio. Auguri ai fasanesi, al popolo italiano
EDITORIALE – La tempesta, arrivata all’improvviso, ha smascherato le nostre vulnerabilità. Ce lo ha ricordato pochi giorni fa un grande uomo, Papa Francesco, che in una piazza San Pietro vuota e cupa ha impresso sui libri un piccolo ma eterno momento di storia. Francesco ci ha ricordato che non avremmo dovuto ritenerci sani in un mondo malato.
Ed ora, più che mai, lo sappiamo. Con quel senno di poi, che sarebbe meglio avere sempre prima.
Perché la tempesta, vedete, quando è giunta ci ha colti impreparati. Abbiamo sempre vissuto le nostre vite guardando la sofferenza in maniera superficiale e poi, un bel giorno, ci siamo ritrovati dentro. Siamo finiti talmente in fondo al fosso, che la paura ha raggiunto la nostra gola. Si respira appena, a fatica. Lentamente, senza entusiasmi, seppur colmi di fiducia in quello che verrà.
Le nostre abitudini sono andate distrutte in un soffio di vento, la normalità non sarà più normalità, ognuno di noi dovrà imparare a reinventarsi. Reinventare noi stessi, scoprire una nuova coscienza, prendere cognizione che un evento, un singolo evento, può cambiare la storia in pochi minuti.
Ci è stata tolta la possibilità delle cose più semplici: un abbraccio, un bacio, una carezza.
Eppure, in un turbinio di paure e timori, quella sperata luce in fondo al tunnel comincia ad intravedersi. È il momento di non sbagliare, di non commettere errori, di non abbassare la guardia. È il momento in cui vanno palesati al mondo i sacrifici che un popolo intero è stato capace di mettere in atto. Sacrifici, coraggiosi, che continuiamo e continueremo a fare.
Tenerci distanti oggi per tornare uniti, più di prima, domani. Avere pazienza oggi, per risorgere domani. Non vanificare gli sforzi ora, per festeggiare la nostra Pasqua domani.
Una Pasqua di rinascita, la più bella rinascita, quella che avverrà quando la marea della paura si sarà ritirata e noi, tutti insieme, torneremo a respirare da soli e senza timore. Senza fatica. Più di prima. Ma con delle nuove consapevolezze.
Torneranno gli abbracci. E se non andrà tutto bene, allora vorrà dire che andrà tutto meglio. Meglio di ora.
Buona Pasqua, Fasano!
Buona Pasqua, Italia!