
La giornalista e scrittrice napoletana ha presentato al Mondadori Point il suo nuovo libro, “Il vento attraversa le nostre anime”
FASANO – Ennesimo appuntamento con la lettura a cura del Presidio del Libro locale quello che ha avuto luogo ieri (15 febbraio) presso il Mondadori Point di via Roma e che ha visto come protagonista Lorenza Foschini. La giornalista e scrittrice napoletana, alla sua seconda volta qui a Fasano («felice di essere ritornata, qui mi sento a casa»), ha presentato il suo nuovo libro dal titolo “Il vento attraversa le nostre anime”. Dopo i saluti di rito, prima della padrona di casa Laura De Mola, poi della referente del Presidio Annamaria Toma, è stata Mara Sansonetti a intervistare l’autrice, appassionata e appassionante divulgatrice della cultura, che si è fatta ascoltare dal numeroso pubblico con enorme piacere.
E appassionante è la storia, «scabrosa e sconveniente per i costumi dell’epoca» (così l’ha definita la Sansonetti) tra Marcel Proust e Reynaldo Hahn – giovanissimi, affascinanti, omosessuali ed ebrei –, raccontata abilmente nel libro. Libro che, sempre la Sansonetti ha definito elegante, seducente e decadente, e che ha trovato spunto da una lettera acquistata dall’autrice (vera fanatica di tutto quello che concerne Proust, amato dall’età di vent’anni in occasione della prima lettura del suo “Un amore di Swann”, «la più bella storia d’amore mai scritta»), che è una delle tante testimonianze d’amore scritte dal monumento francese al suo amato.

Due giovani talenti (Hahn era un notevole e famoso compositore), appassionati della vita durante la meravigliosa Parigi della “Bella Epoque”, che s’incontrano e s’innamorano follemente l’uno dell’altro. Ed è proprio il momento preciso in cui questo amore è nato, immortalato dalla bellissima frase di Reynaldo appuntata a margine di un foglio di musica e che recita “Il vento attraversa le nostre anime”, a dare il titolo a questo libro.
Un amore intenso, talmente tanto che si trasforma in una «malattia di cui si può morire», e che a causa di un episodio – il ritardo di Proust a una festa – sfocia nella snervante gelosia. Il non poter possedere l’anima dell’altro porta all’inevitabile distacco, tra cui s’inserirà – come terzo lato di un tormentato triangolo – il giovanissimo rampollo della famiglia Daudet, e quindi alla fine della storia d’amore.
Ma i due continueranno a incontrarsi nei vari salotti, e s’ipotizza anche uno scambio di lettere che le famiglie di entrambi («becere», ha sottolineato l’autrice) hanno distrutto di proposito per seppellire lo scandalo di un amore proibito. Eppure l’ennesimo incontro, complice una decadente ma romantica Venezia, trasforma l’amore di un tempo in un rapporto indefinibile, che va oltre l’amicizia e l’amore intellettuale, che si protrarrà fino alla morte di Proust avvenuta nel 1922.