Il sindaco prende la parola e attacca Amati alla presenza del candidato presidente. La replica: “Chi non sposa la mia azione, non mi voti”
FASANO – È una vera e propria resa dei conti quella che si è consumata nella serata di ieri (6 novembre) in piazza Mercato Vecchio, durante l’incontro pubblico con il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Puglia Antonio Decaro.
Protagonisti il sindaco Francesco Zaccaria e l’assessore regionale Fabiano Amati, candidato nella lista civica “Per la Puglia” dopo la discussa esclusione dalle fila del Partito Democratico in corsa per il rinnovo del Consiglio regionale.
In apertura dell’evento il sindaco Zaccaria, tra lo stupore dei presenti e come un lampo a ciel sereno, ha lanciato un’invettiva contro i cosiddetti “uomini del fare” i quali sono stati capaci di “stare con il centrodestra in una città e con il centrosinistra nella città a 50 chilometri di distanza”. Inequivocabile il riferimento ad Amati che, appena due anni fa, sostenne la vittoriosa campagna elettorale del sindaco di Brindisi Pino Marchionna, appoggiato da tutta la coalizione di centrodestra. Zaccaria non si è risparmiato, affermando che gli atteggiamenti di questa tipologia di politici hanno rappresentato di fatto un tradimento per il centrosinistra a cui servirebbero invece degli “uomini del pensiero”, in grado di avere una visione politica che possa sapientemente guidare il proprio agire. “Gli uomini del fare in politica sono una categoria – ha aggiunto Zaccaria – che io ho qualche sospetto…”.
Il tutto è avvenuto quando sul palco erano già presenti Antonio Decaro e lo stesso Fabiano Amati. Un momento di vero imbarazzo anche per molti presenti che si aspettavano, forse, parole diverse da parte del primo cittadino, seppur di circostanza. Non sono infatti un mistero le ormai importanti spaccature all’interno del centrosinistra fasanese.
La replica dell’assessore regionale non si è fatta attendere seppur, c’è da dire, avvenuta con toni molto più sobri e non da scontro politico in un contesto che non lo avrebbe di certo richiesto. Nel suo intervento Amati, rivolgendo lo sguardo al sindaco, ha invitato i presenti a diffidare di coloro che “non avendo radici, non sono in grado di testimoniare un sentimento ma, al contrario, è più probabile che accumulino risentimento”. Un riferimento chiaro alle parole pronunciate in precedenza da Zaccaria, il quale è stato in lizza fino a pochi giorni prima della presentazione delle liste per ottenere una candidatura nel PD, sfumata proprio a causa della presenza ingombrante sul territorio fasanese di Fabiano Amati, recordman di preferenze nella scorsa tornata elettorale, oltre che della sua stessa maggioranza indisponibile a sostenerlo per non provocare la fine anticipata del mandato elettorale.
L’assessore uscente ha rincarato la dose, affermando che chi distingue il pensiero dai fatti, lo fa perché spesso è privo sia dell’uno che degli altri, non avendo concretamente una visione e non avendo progetti da realizzare. In conclusione, Amati ha invitato chiunque non sposi il suo modo di agire e di intendere la politica a non votarlo.
Uno scontro durissimo, inaspettato, che ha addirittura fatto passare in secondo piano l’intervento del candidato presidente Antonio Decaro, rovinando la festa della coalizione fasanese di centrosinistra, mai apparsa così spaccata. L’esito delle urne sarà come di consueto dirimente per comprendere le dinamiche elettorali delle ultime settimane, con la grossa anomalia del Partito Democratico che non sarà rappresentato da un esponente locale nel comune più popoloso della provincia dopo il capoluogo.
Insomma uno scontro Amati-Zaccaria in un momento in cui il centrosinistra fasanese appare ormai più frantumato che mai.

