
Ricorre oggi l’anniversario. Quale futuro per le comunità residenziali per minori della Casa di Fasano?
FASANO – In ricordo della scomparsa di Monsignor Sante Perna, riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di don Donato Lioi, direttore della struttura del Sacro Cuore.
“Don Sante Perna fa da ponte tra Don Luigi Guanella e noi. Egli è per noi, come Don Guanella, un insigne modello nella generosità totale, nella capacità di farsi prossimo di chi è nel dolore, nella tenacia e nello spirito di sacrificio; un Uomo, immerso nella vita, nelle idee, nelle passioni, nelle azioni del suo tempo, che volle permeare tutta la sua esistenza di carità. Sentendo arrivare la sua ora, Don Sante chiamò i sacerdoti di Don Guanella per continuare la sua opera caritativa. Si rivolse agli specialisti della carità per affidare loro il suo ‘Sacro Cuore’. Questo Istituto, frutto dell’ispirazione divina nonché della benevolenza di don Sante, da subito trovò nei Servi della Carità una guida forte, sincera e paziente.
La Casa ‘Sacro Cuore’ non potrà mai dimenticare Don Guanella e Don Sante, non solo per dovere di riconoscenza e gratitudine, ma anche per meglio comprendere le origini di un’opera così importante. A noi, chiamati a sostituire don Sante e don Guanella in un campo già dissodato dal loro originario lavoro, nonché favoriti da un maggior numero di personale qualificato, il compito è stato quello di approfondire, precisare, e dare compimento a quanto, ad ogni livello, da loro già avviato.
Si iniziò all’insegna della tipica espressione dei tempi: ‘curare il buon andamento della casa’, che significava prendersi cura del bene degli allievi ed essere pronti, in un ambiente fatto di semplicità e di penuria materiale, a far di tutto dal rattoppare i vestiti dei ragazzi, ad aggiustarne le scarpe, a tenere puliti i locali, a vigilare sulla disciplina e sullo studio.
Una prima fase che ben presto lasciò il posto ad una impostazione pedagogicamente più attenta e più aperta, facendo assumere lentamente all’Istituto la fisionomia di vero ‘laboratorio educativo’, dove se mancavano ancora progetti brillanti ed ambiziosi, si imponeva la ricerca di un comune indirizzo, educativo, interessato al quotidiano e tutto centrato nel trinomio caro alla pedagogia guanelliana: ‘vedere, prevenire, provvedere’.
Quel ‘laboratorio’, messo in piedi quasi per istinto educativo dai primi Guanelliani scesi a Fasano, ma poi via via arricchito e attrezzato secondo le esigenze dei tempi e i bisogni dei destinatari, oggi compie 88 anni.
Oltre i Fondatori: l’integrazione tra religiosi e laici
Dall’esperienza emerge con sufficiente chiarezza che tra religiosi e laici non ci saranno più gli uni o gli altri, bensì si rappresenterà l’incontro di due vocazioni: quella dei consacrati e quella dei laici. È la valorizzazione dello specifico di ciascuno che permette la costruzione di una realtà di accoglienza ricca di molte complementarità che consente di andare oltre il fondatore. La Casa di Fasano si è arricchita di figure apicaliche ricoprono posizioni di vertice, con ampi poteri di rappresentanza, direzione, coordinamento, amministrazione.
Alla luce di tutto questo, quale futuro?
Ho letto sulla rivista ‘Vita Giuseppina’- ripresa e commentata anche dal nostro Superiore Generale don Umberto Brugnoni – queste parole: ‘Educare è farsi casa e lasciarsi abitare’.
Parole meravigliose che esprimono in pienezza il nostro Carisma e lo Stile educativo Guanelliano oggi e del Fondatore Mons. Sante Perna che volle chiamare la sua Opera ‘Casa orfani Sacro Cuore’.
Questa nostra ‘Casa’ abitata dal 1937 è speciale; non è fatta di semplici mura, ma da persone: religiosi, educatori, professionisti, laici, ausiliari, bambini, ragazzi, giovani con un progetto di messa alla prova, MSNA, volontari, benefattori che accolgono, curano con amore e tenerezza. Un’attenzione prioritaria viene riservata per i poveri e i deboli dove al primo piano educativo viene messa la promozione integrale della persona attraverso l’educazione e la cura. Ma alla base di tutto, proprio dell’Opera don Guanella, c’è la creazione di uno ‘spirito di famiglia’ comunitario. Questo stile si traduce in un metodo preventivo che mira ad accompagnare e sostenere gli individui nelle loro fragilità) e con il motto che ‘l’educazione è opera di cuore’ dove non si limita alla trasmissione di nozioni, ma coinvolge la sfera più profonda della persona, dove nascono sentimenti, pensieri, intenzioni e decisioni.
La porta è sempre aperta per accogliere e custodire ma anche per lasciar andare al momento opportuno.
Abbiamo detto ‘Quale futuro’?
Oggi l’Opera don Guanella, durante l’ultimo Capitolo Generale, ha riconsiderato il Progetto Educativo Guanelliano e la Commissione ha presentato un’integrazione e un’attualizzazione del contesto educativo pedagogico per poter essere in sintonia di risposta con le domande e i bisogni che ci vengono oggi dal popolo di Dio, dai nostri fratelli che vivono in povertà culturale e materiale.
Ha suscitato nei singoli confratelli e nelle Comunità Religiose un nuovo senso di compartecipazione, condivisione delle risorse umane per il bene di tutti.
Concludo con le parole che il Fondatore ci ha lasciato: ‘Finirla non si può fin quando ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere’.
Oggi, questi poveri, affamati di Pane e Signore, (Pane: come attenzione alla promozione umana della persona, al suo sviluppo fisico, intellettivo, psicologico e sociale. Signore: con l’occhio vigile anche ai bisogni insopprimibili della sua spiritualità, da coltivare fino a quella maturità cui ciascuno è chiamato sia nel rapporto con Dio, che nella società), bussano ancora al nostro cuore, alla porta della Casa Sacro Cuore e chiedono una risposta di amore.
Noi figli di don Guanella, sostenuti e sollecitati dall’ultimo Capitolo Generale, forti della tradizione e delle esperienze fatte, con una solida formazione sul campo, sostenuti da due Maestri, aiutati dalla Divina Provvidenza, con la fiducia e sostegno per quanto possono delle famiglie degli ospiti accolti ,con alla base il Progetto educativo Guanelliano, in sintonia con i vari Regolamenti Regionali e Nazional e con gli stessi Servizi invianti, con la solidarietà del territorio, in un clima di famiglia e con tanta pazienza educativa, siamo pronti per affrontare la sfida delle nuove povertà con consapevolezza, competenza e con la forza delle tante esperienze diverse.
Siamo nell’anno giubilare, pellegrini di speranza, e ci stiamo preparando all’Evento del Giubileo Educativo previsto dal 27 ottobre al 1 novembre 2025.
Una bella notizia: la nostra Comunità religiosa di Alberobello–Fasano si è arricchita di un nuovo Confratello, don Guido Matarrese, con il ruolo di Superiore e direttore delle attività, con origine pugliese, vissuto prima in missione e poi a Milano. Con i tempi che corrono è stato un grande dono della Provvidenza, anche perché, ne siete venuti a conoscenza, è ritornato alla Casa del Padre don Giuseppe Curri. Con questo nuovo inserimento i Superiori Maggiori danno così lunga vita alla Casa di Fasano, la Casa Madre delle Case Guanelliane in Puglia, e a tutti i Centri Socio Educativi Diurni che ne fanno capo, compreso la Casa per Ferie e la stessa Parrocchia di Torre Canne.
Don Guido, auguri e buona missione accompagnato dalla nostra preghiera.”

