
Ennesima lectio del Procuratore della Repubblica tornato nuovamente a Fasano per presentare il suo ultimo libro intitolato “Una Cosa sola”, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso
FASANO – Un gradito ritorno a “LibriAmo…tra gli ulivi!”, la rassegna letteraria promossa dal Mondadori Point di Laura De Mola.
L’ultimo appuntamento della quinta edizione, che si è tenuto ieri (24 agosto) in Piazza Mercato Vecchio, ha infatti ospitato Nicola Gratteri.
Il magistrato calabrese ha presentato al numeroso pubblico presente, il suo ultimo libro Una Cosa sola (Mondadori editore), scritto con lo storico Antonio Nicaso.
Dopo i saluti della padrona di casa che ha voluto ringraziare soprattutto tutte le forze dell’ordine per il supporto logistico, il compito di dialogare con l’autore è toccato al giornalista Angelo Perrino.
Più che un’intervista è stata una superba lectio quella del magistrato che come al solito, con fare schietto e diretto, ha toccato argomenti spinosi.
Già dal titolo del libro, chiaro riferimento a quella che Gratteri ha definito la globalizzazione del male.
All’interno di una Cosa (Nostra) sola ci sono infatti, oltre alle mafie, la massoneria deviata e i centri di potere.
«Tutto questo accade grazie anche a una società decadente e povera. E a una politica altrettanto povera, sia in senso economico che culturale».
Le mafie pescano la loro manovalanza proprio dal substrato sociale più povero.
Quanto al rapporto tra politica e mafia, Gratteri non ha dubbi: i capi della Cupola non possiedono alcuna ideologia, puntano sui candidati che possono fornire maggiori garanzie.
«Perché le mafie votano e fanno votare», ha chiosato il magistrato, che ha poi spiegato come sono cambiate le fonti di riciclaggio del denaro sporco.
Stabilimenti balneari, giochi e scommesse online, centri benessere e locali di intrattenimento si sono aggiunti ai classici settori come l’edilizia e lo smaltimento rifiuti.
Non sono mancate le critiche sulla riforma sulle intercettazioni: «impossibile pensare che un’indagine seria possa concludersi nei 45 giorni disponibili per la loro validità».
Immancabile anche il monito sull’annoso problema della Legge sulla giustizia e sul sovraffollamento delle carceri.
E quando il suo interlocutore gli ha chiesto se è ipotizzabile una sua discesa in politica per occupare magari proprio il discusso Ministero della Giustizia, Gratteri è stato implacabile: «Non potrei mai. Sono troppo libero».
Nel frattempo sarà possibile riascoltare il Procuratore della Repubblica quest’autunno su La7 con un programma tutto suo in cui incontrerà studenti italiani di Giurisprudenza.
Fotoservizio di Mario Rosato.























