
Il professionista è scomparso ieri a causa di un male incurabile
TORRE CANNE – Riceviamo e pubblichiamo da parte del Prefetto di Napoli Michele di Bari un ricordo personale di Leo Ancona, professionista fasanese stimato e conosciuto ben oltre i confini regionali, scomparso ieri a causa di un male incurabile.
“La morte di un caro amico sconvolge, addolora e rende fragili, poiché le domande esistenziali di ogni tempo vengono rivolte a chi, comprendendo profondamente le gioie e le inquietudini, indica sempre la luce e mai l’oscurità.
Così, anche il compianto Leo è stato un solido baluardo che sapeva chiarire ogni dubbio, ponendosi come ‘lo scoglio che sta fermo mentre il mare si agita‘.
Un amico incontrato nei percorsi della bellezza, grazie alla sua singolare e feconda professionalità, in cui alla visione univa la saggezza, coltivata nella ricerca di luoghi capaci di congiungere il tempo all’eterno.
Aveva saputo conquistare uno spazio con i suoi innumerevoli interventi mai scontati! Innovativi e affascinanti, come il suo genio e la sua creatività riuscivano a realizzare senza smarcarsi dal profilo identitario in cui ha operato con generosità.
All’inizio, il Gargano per il compianto Leo fu una scoperta, ma anche una sfida per lasciare i segni della sua maturità artistica.
Vi riuscì, tanto che oggi la sua testimonianza resterà a imperitura memoria e vivrà negli abitati e nei contesti garganici.
Nel mistero della morte e della sofferenza, componenti ineliminabili di ogni esistenza, si è tentati, come diceva Albert Camus nel romanzo ‘La peste’, di mettere Dio sul banco degli imputati.
Una prospettiva che, tuttavia, l’amato Leo ha completamente rovesciato attraverso la profonda testimonianza cristiana, resa visibile e tangibile con l’assidua preghiera del ‘Quaerere Deum’, del ‘Cercare Dio’.
Sarebbe incomprensibile nel progetto di Dio se ci si abbandonasse a un destino crudele e la morte riuscisse a risucchiare la speranza della vita eterna.
Resta pertanto il vissuto di un’anima in cui vita e morte si fondono per restituirci un’esistenza che non passerà inosservata.
Ora, in tanti, affranti e addolorati, si avvicinano all’amato Leo, ritenendo che la sua vita non è stata vana, né si è colorata del grigio dell’indifferenza rispetto al mondo, e pregano per la sua anima affinché sia affidata al giudizio misericordioso di Dio.
Fraterne condoglianze.
Michele di Bari con la moglie Rosalba, la cognata Antonella con Alberto, e la cognata Cristina“.