Lo ricorda Don Donato Lioi.
FASANO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Don Donato Lioi, direttore dell’istituto Sacro Cuore, in ricordo di Don Giuseppe Curri.
“È morto un prete, don Giuseppe Curri, un religioso, un guanelliano, un tifoso del Milan, l’uomo del gelato ed acqua fresca per tutti d’estate, suscita sempre delle emozioni profonde. Che cos’è che risveglia in noi queste emozioni? La morte? Una vita interrotta in modo tragico e inaspettato? Un vuoto importante che si crea?
E perché certe emozioni nascono solo dopo che «questo» prete è morto e non prima, anche se certe morti sono un po’ annunciate da alcune malattie che noi chiamiamo ‘brutte’. Provo a darmi una risposta.
Don Giuseppe al di là delle sue imprese o del suo ménage, della sua eroicità o quotidianità è stato un uomo di Dio ed un Guanelliano fedele. Un segno della presenza di Dio tra noi! Una garanzia che ci ha aperto attraverso la Parola e la Testimonianza il contatto con Dio. Lo amiamo e lo veneriamo da morto, ma a volte non lo accompagniamo da vivo, meno ancora condividiamo il suo stile: troppo buono, un prete all’antica ingenuo, spende molto per gli altri, non bada a sé stesso.
Mi guardo intorno nella cerchia ristretta dei preti che conosco o che vivono nel territorio dove vivo anch’io sento l’urgenza di scoprire qualche ‘don Giuseppe’. Non posso concludere che non ce ne sono. Anzi ce ne sono di meglio perché non è detto che debbano occuparsi per forza di stranieri o di vagabondi, potrebbe anche soltanto essere un prete secondo papa Francesco: ‘…questo vi chiedo: di essere pastori con “l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini’
Sì, c’è, ci sono!
Voglio emozionarmi oggi, guardando le scelte di questi preti, sostenerli con la preghiera, la stima, la buona fama e non accodarmi a chi li guarda come degli esagerati, stravaganti o eccentrici, un nulla facenti.
Il prete è sempre uno che poco o tanto, ignorato o conosciuto, dà la sua vita per tutti, ovviamente a motivo di Gesù Cristo! Ma, oggi, perché parlare e raccontare ancora di don Giuseppe? Per farne memoria?
Indubbiamente, ma ciò che vogliamo portare con noi è una memoria viva: la storia di don Giuseppe Curri che diventa un incentivo, una spinta di impegno per tutti.
Ma se cercate la storia di un eroe non è quella che stiamo raccontando. Trovate, invece, la storia di un uomo che fino alla fine fa ciò che è chiamato ad essere: un prete Guanelliano con nel cuore il programma spirituale e operativo del Fondatore “Fermarsi non si può finché ci sono poveri da soccorrere e miserie a cui provvedere”.
Don Giuseppe, oggi dal cielo, mostraci ancora il sorriso sincero e bello di quel piccolo prete che ha fatto della sua vita un capolavoro e che ha cercato di migliorare la nostra.
Domani, 20 giugno, alle ore 19.00 si celebrerà una Santa Messa di Ringraziamento e di Suffragio per Don Curri; presiede Don Enrico Colafemina, superiore della Casa Alberobello-Fasano. Partecipano alcuni famigliari di Don Giuseppe.”