
Il ricordo della improvvisa scomparsa della giovane Mariella Nitti
LETTERA FIRMATA – Ciao cusspré.
Non mi sono mai mancate le parole ma stavolta, pur sforzandomi, faccio fatica a trovare quelle giuste. Io di giusto, in tutto questo, non riesco a trovare nulla.
I tuoi cugini, gli zii, mi hanno dato il compito di scrivere qualcosa di profondo e dolce, ma avevo in mente di doverlo fare per il tuo matrimonio: avevo immaginato fiori bianchi, il tuo abito, la tua bellezza e quel sorriso disarmante, ed il tuo “mi raccomando cusspré, fai una lettera bella per me all’uso tuo”.
Marié oggi ci sono i fiori bianchi, il vestito bianco, ed anche il tuo sorriso: c’è tutto quello che volevamo vedere ma non ci sei più tu. Doveva essere un’uscita di scena a festa, una di quelle con le quali avresti ancora una volta sorpreso tutti, ed invece ci hai regalato uno spettacolo di sofferenza. Un vuoto di quelli incolmabili, quelli che neppure con il tempo riesci a riempire.
Te ne sei andata tu e ti sei portata insieme i sogni, le speranze, i viaggi programmati, il futuro che ancora ti spettava, quel pezzo di Natale che ancora ci restava, le giocate a carte, la focaccia di nonna, le tue urla che spesso sentivamo in tutta Savelletri, il tuo amore sempre genuino e mai scontato, e tutte quelle cose con le quali hai vissuto: te ne sei andata e qui hai lasciato la disperazione.
Non smetto di chiedermi dove vadano le persone che amiamo quando ci lasciano: dicono che vanno in Paradiso. Io sorrido, perché penso al casino che starai già facendo non appena arrivata. Immagino San Pietro vederti e mettersi le mani in testa e poi immagino nonno Marco che ti guarda, scuote la testa come faceva spesso, e ti dice “Marié, cia cumbnt?”.
Ci distrugge il perché senza risposte.
Ci assilla la domanda di dove tu te ne sia andata.
Ci annienta la consapevolezza di non poterti riabbracciare mai più.
Come dice qualcuno alla tua età, a 29 anni, si dovrebbe morire dal ridere e poi basta. È innaturale, è incomprensibile, è fuori da ogni logica umana quello che è accaduto.
Restiamo qui, ancora una volta, a comprendere la fragilità delle cose, la consapevolezza di non farsi sfuggire il momento, la necessità di acchiappare ogni secondo di questa esistenza.
Fa male solo sapere che sta lezione, ancora una volta, l’abbiamo dovuta comprendere perdendoti. Mi chiedo se prima o poi riusciremo a capirlo. Mi chiedo se prima o poi sapremo sorvolare la cattiveria, i pregiudizi, il sangue amaro per le frivolezze, e impareremo davvero a goderci la vita.
Da oggi sarà un po’ più difficile.
Un bacio grande da mamma, papà, Gianni, nonna Anna, dai tuoi zii, dai cugini e da tutti coloro che non hanno mai smesso di amarti.
Non dimenticarti di splendere e… mi raccomando, occhi aperti e giudizio.
Marco