Al Teatro Sociale di Fasano, lo spettacolo “Le parole di Rita” che ripercorre la vita dell’illustre scienziata
FASANO – Si è conclusa ieri (26 ottobre) con il teatro la penultima giornata della seconda edizione del Festival della Scienza, la manifestazione dedicata al rapporto tra scienza e politica, promossa dal Comune di Fasano insieme al Politecnico di Bari, finanziata dalla Regione Puglia e da ENI. E si è conclusa con lo spettacolo “Le parole di Rita”, scritto e diretto da Valeria Patera, tratto dall’autobiografia e dalle lettere di Rita Levi-Montalcini. A dare voce e corpo al premio Nobel per la Medicina nel 1986, è stata Margherita Di Rauso.
Attraverso le lettere scritte a sua sorella Paola e a sua madre quando la scienziata, di origini ebraiche, era emigrata in America per una proposta di lavoro che sarebbe dovuta durare sei mesi e che invece è durata trent’anni, conosciamo la vita privata e quella pubblica di una donna che ha attraversato tutto il diciannovesimo secolo e che l’anno portata a essere insignita del prestigioso riconoscimento da parte dell’Accademia di Svezia. Una lunghissima vita avventurosa, fatta di scoperte sensazionali, e allo stesso tempo drammatica, tra la guerra e le leggi razziali, inseguendo sempre e comunque un unico grande insegnamento (ereditato dal padre): essere una libera pensatrice.
“Le parole di Rita” si rivela uno spettacolo imperfetto, frammentario nella narrazione che parte bene con i ricordi dell’infanzia della Levi-Montalcini; quindi con un balzo improvviso giunge ai primi anni americani per poi tornare indietro agli anni della seconda guerra mondiale con le sue prime e uniche esperienze mediche come crocerossina, quindi ritornare al periodo americano fino alla fine degli anni ’50, e con un ennesimo brusco balzo in avanti si conclude con l’accenno all’ambito premio Nobel del 1986. Brava Margherita Di Rauso a trasmettere al pubblico, nonostante tutto, l’immagine di una donna di rara intelligenza e piena di contagioso entusiasmo