Lettera aperta di Michele Calabretti
FASANO – Il settore della ristorazione in ginocchio a causa delle emergenza Coronavirus. Da diverse settimane, infatti, i ristoranti in tutta Italia sono chiusi. Una situazione che sta determinando danni economici incalcolabili.
A riguardo riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta di un noto ristoratore fasanese, Michele Calabretti.
“Sono ormai mesi che medici, infermieri e operatori sanitari continuano a operare senza sosta per assicurare le migliori cure ai pazienti colpiti da Covid-19.
Questa situazione di emergenza sanitaria ha generato innumerevoli ripercussioni sull’intera economia nazionale. Non è difficile immaginare quanti lavoratori e imprenditori si siano, di colpo, trovati in difficoltà.
La Regione Puglia in ambito turistico e ristorativo ha potuto registrare, negli ultimi anni, un trend positivo e in costante crescita ma questo settore a oggi risulta tra i più colpiti.
Gli operatori del settore alberghiero si trovano a non avere certezze. Non si ha contezza delle modalità di riapertura e neppure sull’andamento della stagione estiva 2020 ma non solo.
I vari decreti emanati dal Presidente del Consiglio hanno certamente delineato quali misure sarebbero state adottate rispetto al pagamento delle imposte e dei mutui per gli imprenditori più colpiti.
I provvedimenti finora adottati, però, non hanno dissolto i dubbi di molti ristoratori, che da un giorno all’altro hanno dovuto chiudere le porte delle loro attività, e che tutt’oggi si interrogano su come gestire le risorse deperibili presenti nelle proprie aziende.
Con il passare dei giorni e il protrarsi della quarantena tutti i prodotti in scadenza andranno inevitabilmente persi.
Danni economici di questo genere rappresentano un’ulteriore perdita che, attualmente, non trova spazio tra i temi affrontati dai tavoli istituzionali. Questa situazione non è ancora stata oggetto di valutazione da parte di nessun organo preposto.
Sarebbe necessario comprendere che il settore ristorativo è tra quelli più esposti e a rischio. A tal proposito sarebbe opportuno prevedere misure straordinarie che possano limitare i danni e che tengano conto delle ulteriori criticità e perdite economiche che il comparto ristorativo si trova a dover affrontare.
Comprendere che gli aiuti già stanziati per le attività non sono sufficienti a coprire le spese aggiuntive, derivanti dalla deperibilità dei prodotti, sarebbe necessario. Altrettanto necessario, e urgente, sarebbe introdurre misure economiche, dedicate e straordinarie, a sostegno di queste imprese.”
Michele Calabretti, ristoratore locale.
sono d’accordo ad aiutare le imprese in difficoltà, però se un impresa lo scorso anno ha dichiarato redditi per 8/10 mila euro, oggi non può pretendere che lo stato gli dia 2000 euro al mese, non mi sembra coerente
In tal senso lancio una proposta ai ristoratori.
Se avete merce deperibile a breve non arrivate a doverla buttar via,. Accordatevi con associazioni di volontariato e magari in accordo con il comune distribuitela a famiglie in difficoltà. Documentate con ricevute tutto quello che donate in modo che se un domani lo stato ( non credo) vi restituirà qualcosa potrete dimostrare che fine ha fatto la merce. Anche perché costa meno donare il cibo che smaltirlo come rifiuto…..